Istruzioni per l’uso.

Dopo 18 anni, 6 mesi e 5 giorni di matrimonio, sistemando un cassetto ho trovato le istruzioni della radio sveglia Sony. Prima di buttarle nella spazzatura ho deciso di leggerle e ho scoperto una “nuova” funzione a me sconosciuta. Appartengo alla categoria di coloro che quando acquistano uno “strumento” pretendono di capirne il funzionamento evitando le bedienungsanleitung, forse proprio perché questa scritta intimidatoria precede sempre “istruzioni per l’uso”, insieme a “operating instructions” e “mode d’emploi”. Eh no, se vuoi vendere un oggetto in Italia le istruzioni me le dai in italiano, oppure l’italiano lo metti come prima opzione, sennò tieniti la tua radio che io mi sveglio lo stesso. Ovviamente il riferimento al matrimonio c’entra, questa radio sveglia era nella lista nozze. Questo ricordo evoca telefonate, figure di mer*a, equivoci, mancati ringraziamenti, confusione nei ringraziamenti. Evoca parenti defunti, fotografie dei tavoli in cui compaiono persone che non ci sono più (ce n’è una senza superstiti!), aneddoti… Bip bip bip bip. Ok, funziona ancora, mi sveglio e vado ad adagiare le istruzioni nella cassa della differenziata, settore carta inutile, ritiro giovedì prossimo.

PROFEZIA che spero sia solo una mia paranoia mentale.

Accade che in Francia i Gilet Gialli minacciano di far saltare il sistema. Accade ciò in vista delle prossime elezioni Europee in cui la SINISTRA RADICAL MASSONICA rischia di scomparire e i promotori di questa Europa rischiano di veder sfumare il progetto mondialista post comunista.

Così come la massoneria ha creato dal nulla Macron per sostituirlo alla sinistra francese in crisi, dopo aver colpito Fillon, candidato Popolare (non massone, quindi un’eccezione inaccettabile per i francesi), credo che anche oggi faranno di tutto per non scomparire.

Quale miglior tranello di un movimento spacciato per anti sistema (come Macron e En Marche!) che prenda piede in TUTTA Europa per riportare magari al Parlamento Europeo i massoni?

I Gilet Gialli non ptrebbero essere il novo cavallo di Troia dei soliti illuminati oggi in difficoltà?

Me lo fa supporre la solita tiritera dei siti fake creati da Trump per combattere il nemico e favorire i populisti.

Una notizia del genere potrebbe far sì che anche in Italia, Germnia e Spagna vengano accolti con entusiasmo questi contestatori d’oltralpe e se davvero fossero finti controrivoluzionari, rischieremmo di arrivare alle elezioni Europee e di eleggere ancora quelli del PD e i framasoni di Bilderberg e della Trilateral.

Non dimentichiamo che George Soros ha in mano TUTTA l’informazione europea, che sono le AGENZIE DI STAMPA PILOTATE che CREANO LE NOTIZIE, che il resto viene ignorato e relegato a FAKE NEWS.

Quindi io dico, W i Gilet Gialli, però lo dico a BASSA VOCE perchè TEMO che sia una TRAPPOLA DIABOLICA.

La tragedia di Corinaldo: male che genera male

Da “Libertà e Persona” di oggi.

di Attilio Negrini

A Corinaldo, uno degli infiniti stupendi borghi medievali del centro Italia, si consuma una tragedia: muoiono cinque ragazzini e una mamma, schiacciati nella calca fuori da una discoteca. Molti altri rimangono feriti, alcuni in gravi condizioni.

A Corinaldo, un borgo medievale in cui si parla di bellezza, di gastronomia, di buon vino, di monachesimo e quindi di turisti che vengono in Italia per stupirsi davanti a tutto questo bendidio, centinaia di ragazzini accorrono in una discoteca per incontrare il loro idolo. Che cosa c’è di strano, ci siamo passati tutti, ricordo bene quando sognavo l’autografo di Michel Platini o di Dino Zoff.

Purtroppo non è così, questo idolo si chiama Sfera Ebbasta, un rapper, uno di quei ragazzi che ce l’hanno col mondo intero, si mettono a rimare e a parlare accompagnati dalla musica esprimendo il proprio disagio e la propria ribellione.

Purtroppo non è così, lo si capisce bene leggendo i testi delle sue, chiamiamole canzoni. Ne prendo una a caso dal titolo “Hey tipa”, vale la pena riportare l’intero testo:

Hey tipa. vieni in camera con me! Luccico, quando esco per la strada

Luccico, non esco se non ho un completo lucido

la tua tipa mi guarda, ah dubito che voglia solo fare amicizia, mi vuole subito (Wow!) mi vede e dice “WOW”

e le sue amiche “WOW” santarelline ma a me mi sembra Bendhouse

Quanto sei porca dopo una vodka

me ne vado e lascio un post-it sulla porta

Le more, le bionde, le rosse, le mechesate

vestite da suore o con le braccia tatuate

le alternative, le snob pettinate, spettinate sotto le lenzuola ubriache

Le tipe che ho avuto, le tipe che avrò

So che mi vuoi non dire di no

Lasciami il numero e se mi ricordo

magari un domani ti richiamerò

io non lo so cosa ti faccio

però mi cerchi lo so che ti piaccio

sono una merda ragiono col cazzo

oggi ti prendo, domani ti lascio

Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Hey troia! vieni in camera con la tua amica porca

quale? quella dell’altra volta

faccio paura, sono di spiaggia

vi faccio una doccia, pinacolada

bevila se sei veramente grezza, sputala

poi leccala leccala

limonatevi mentre Gordo recca

gioco a biliardo, con la mia stecca

solo con le buche

solo con le stupide

‘ste puttane da backstage sono luride

che simpaticone! vogliono un cazzo che non ride

sono scorcia-troie

siete facili, vi finisco subito

“Mi piaci, gioco hard” dubito

di te tipa, che vieni a casa mia con la tua amica

se non è una quinta amica

Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico Hey tipa! vieni in camera con me! e portati un’amica po-portati un’amica!

Dico!

Sfera Ebbasta di nome fa Gionata Boschetti, è nato a Cinisello Balsamo ventisei anni fa. Ha tatuaggi su tutto il corpo, denti e collane d’oro massiccio. Dice: “Mi piace mostrare ciò che ho perché ho conquistato il successo con le mie stesse mani… i soldi sono sempre stati il mio primo obiettivo, un traguardo che ho raggiunto. La Marijuana è nei miei testi perchè ne faccio uso, tutti lo sanno… non c’è nessun idolo che non si droga, quindi perchè io non dovrei farlo?”.

La sesta vittima di questa strage degli innocenti è una mamma che aveva accompagnato il figlio al concerto. Già, perché i ragazzini morti sono quattordicenni e sedicenni, infatti questo “artista” ha molto successo in quella fascia d’età e anche questo aspetto è allarmante e va tragicamente di pari passo con l’iniziazione al sesso e alle perversioni annesse che oggi vengono introdotte subdolamente nelle scuole con la scusa di educare alla diversità e alla tolleranza.

Il marito della povera donna si sfoga: “Erano tutti ubriachi. I miei 4 figli ora sono senza madre…”, facendo emergere una testimonianza di dolore che si aggiunge a quello già evidente ascoltando la cronaca della tragica serata del 7 dicembre 2018.

Ovviamente ciò che è accaduto non c’entra direttamente coi messaggi delle canzoni del rapper milanese, tuttavia l’incidente è stato generato dall’uso di uno spray al peperoncino come già avvenuto in episodi simili negli ultimi anni, sempre a concerti di rapper molto popolari tra gli adolescenti, quindi è evidente come tutto sia strettamene connesso e come tutto sia maledettamente, oggettivamente, male che genera male: dire a dei ragazzini che gli idoli si drogano, far passare il messaggio che usare le ragazze come usa e getta del sesso sia una medaglia al petto, riempire il proprio corpo di tatuaggi e piercing evidenziando il disprezzo per se stessi.

Il bene fa bene, il male fa male, questo messaggio che chi ha costruito Corinaldo portava impresso nel cuore, ha generato una perla del patrimonio culturale italiano, eppure non passa giorno che se si sottolinea questa verità non si venga accusati, come se fosse un’offesa, di essere medievali che si oppongono alla libertà e alle novità: A Corinaldo è andato in onda il dramma della contrapposizione tra civiltà cristiana medievale e società liquida avaloriale costruita sui falsi miti del progresso. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Corinaldo è anche il borgo natale di Santa Maria Goretti, l’icona della castità e della purezza, colei che per difendere la propria verginità preferì pagare con la vita.

E allora il luogo della tragedia di venerdì sera assume un significato ancora più evidente e chiama ciascuno di noi alle proprie responsabilità nell’educazione dei propri figli.

Educhiamoli ad apprezzare il bello, a non uniformarsi alla massa, a volare alto, a essere come il bambinoche nella sua innocenza ha il coraggio di dire che l’imperatore è nudo e che i suoi vestiti li vede solo chi non ha il coraggio di dissentire per non essere preso in giro.  Facciamo ascoltare ai ragazzi la musica che eleva, offriamo a loro la possibilità di imparare a suonare uno strumento musicale, portiamoli a teatro ad ascoltare Beethoven e Chopin; non risulta che a questi concerti sia prassi ubriacarsi e usare spray al peperoncino, la bellezza parla da sé, non ha bisogno di ulteriori messaggi né tantomeno di sballo.

Mi illudo che il messaggio di questa vicenda possa far breccia nelle coscienze, invece leggo e ascolto che il dito viene puntato esclusivamene contro il sovrafollamento della discoteca che poteva contenere solo 870 persone, invece ce n’erano 1400. E’ certamente vero, ma siamo daccapo, è giusto o sbagliato solo ciò che viene deciso a tavolino, spesso senza logica, da chi scrive leggi e regolamenti. Ecco che così si sposta l’attenzione su ciò che non è giusto o sbagliato in sé ma che viene stabilito arbitrariamente dall’uomo.

E allora continuiamo pure a cantare “mamma, devi stare calma se fumo qualche canna. E sono ancora sveglio quando gli altri vanno a nanna. No, non mi piace la bianca, una pussy nera e una gialla: Esco di casa, ho una scarpa diversa dall’altra, woah” e a seguire l’impronta di queste scarpe, sapendo però che andremo a sbattere.

Nonno Cecco (Francesco Bernocchi).

 

Otto dicembre, festa dell’Immacolata. Ben 124 anni fa nasceva il mio nonno materno. Stavo leggendo alcune sue poesie, ci ha lasciato una ventina di volumi. Alcune sono banali sfoghi, molti sonetti hanno un valore poetico che meriterebbe la pubblicazione, poi ci sono degli elementi che richiamano alla mia mente episodi, personaggi, situazioni, frammenti di vita che posso mettere insieme a caso e formare figure come quelle che si generano nel caleidoscopio, ma tutte mi ricordano un’infanzia serena, una famiglia stupenda. E l’otto dicembre, quando andavamo a Piacenza per festeggiarlo, salivamo in soffitta con la zia Vanda a prendere la scatola del presepio e dell’albero e li allestivamo in sala, all’improvviso era Natale. Non rimpiango niente di ciò che ho vissuto intensamente.

Caro Monsignore, cos’è il rispetto?

Sa cosa ho capito oggi? Le parole di don Favarin mi hanno fatto pensare che: Non bisogna fare il bucato per rispetto di chi non ha l’acqua corrente. Non bisogna andare in auto per rispetto di chi non ha l’auto, non bisogna andare a votare per rispetto di chi vive in una dittatura, non bisogna amare la propria donna per rispetto di chi è solo, non bisogna usare il cellulare per rispetto di chi non ha campo, non bisogna prendere il sole per rispetto di chi vive in Inghilterra, non bisogna pagare le tasse per rispetto degli evasori, non bisogna attraversare la strada per rispetto di chi è fermo al semaforo rosso, non bisogna votare a destra per rispetto di chi vota a sinistra, non bisogna mangiare bene per rispetto dei tedeschi, non bisogna usare il bidet per rispetto dei francesi, non bisogna dire che la Chiesa è mater et magistra per rispetto di don Favarin. Anzi, no, lo è lo stesso malgrado i Favarin.

Don Luca della diocesi di Progresso.

Don Luca Favarin è diventato famoso per l’originale idea di non volere il presepio per rispetto dei poveri. Purtroppo l’idea non è più tanto originale, molti sacerdoti in confusione totale ci hanno abituati a idiozie del genere. Ma ecco spuntare un suo difensore d’ufficio, un senatore 5 Stelle che si chiede, “cosa c’è di male se un sacerdote dice no al presepio? Mica ha rimosso l’immagine del Presidente della Repubblica!”. E allora perchè incazzarsi, questa è una delle tante barzellette spontanee che stanno crescendo come funghi, certamente velenosi. Speriamo che nevichi in abbondanza.

 

Caro Monsignore, vendiamo la Cappella Sistina?

Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».

Caro Monsignore, con quell’olio prezioso quanti poveri avrebbero potuto mangiare? A pensarci bene anche se Gesù avesse venduto le sue vesti, le avesse messe all’asta, avesse dato il ricavato ai poveri e avesse adottato la linea di abbigliamento adamitica “foglia di fico”, credo che un bel po’ di denari li avrebbe ricavati.

Per non parlare dell’azienda d famiglia: san Giuseppe quanto avrebbe potuto ricavare dalla vendita della sua attività?

Beh ci sarebbe anche la casa di Maria, che poi gli angeli se la sono portata a Loreto, ma se Maria l’avesse venduta, altri poveri sarebbero stati levati dalla soglia della povertà che in quei tempi doveva essere piuttosto bassa.

E la barca di Pietro? Che spreco, non poteva pescare dalla riva con una canna da pesca?

A dire il vero Gesù rispondendo a Giuda “lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”, mette una pietra su tutti i discorsi della Chiesa pauperista, della povertà come obiettivo, della vita da vivere nelle fogne, eppure dopo 2000 anni tornano a farsi sentire coloro che vorrebbero la Chiesa povera, magari per depredarla. Certamente Napoleone voleva una Chiesa poverissima, infatti fece razzia di migliaia di opere d’arte appartenenti alla Chiesa. Lo stesso fecero i sempre celebrati eroi del cosiddetto Risorgimento italiano.

Oggi si sta ipotizzando di vendere le chiese vuote per realizzare quattrini da destinare ai poveri.

Caro Monsignore, se in una chiesa c’è una Messa con cinque fedeli, la celebrazione dell’Eucarestia vale meno rispetto a quella della Messa di mezzanotte a Natale in San Pietro?

Chi è il “protagonista” della S. Messa, Cristo che con la transustanziazione fa cambiare sostanza alle particole o l’animatore del coro che fa cantare i ragazzini?

E se il Santo Padre, absit iniuria, impazzisse e per sanare il debito pubblico italiano, vendesse la Cappella Sistina a Macron o alla Merkel?

 

 

Termovalorizzatori.

La polemica riguardo agli inceneritori/termovalorizzatori messa in scena dai 5 Stelle, pur non essendo altro che una presa di posizione per far vedere al proprio elettorato che l’ecologismo grillino non era solo da comizio, non è condivisibile ma ha fatto emergere un dato: I rifiuti del centro sud vengono in gran parte bruciati al nord. Quelli che non arrivano qui (a Brescia una enorme quantità arriva dal sud) vengono spediti in varie località europee, farseli accettare costa carissimo e, oltre a guadagnarci, chi prende in carico quei rifiuti ringrazia e salta di gioia. Quindi, come col nucleare che in Italia non possiamo accendere salvo poi dover acquistare energia da Paesi europei che ci vendono energia prodotta con gli atomi, facciamo la stessa figura dei minchioni. Tutto questo grazie ai verdi e all’ambientalismo d’accatto, nuovo riempi vuoto della sinistra dopo lo svuotamento dell’ideologia parzialmente defunta sotto il muro di Berlino. Ora, accade che il termovalorizzatore di Brescia necessiti, per produrre energia, di una quantità notevole di rifiuti indifferenziati. Questi arrivano da fuori città e vengono bellamente bruciati qui a due passi dal centro storico. Tutto ok, dicono che non ci sono rischi per la salute, abbiamo il teleriscaldamento più antico d’Italia, fiore all’occhiello della città, già visitato da delegazioni entusiaste da tutto il mondo e migliaia di cinesi si son fatti l’unico selfie bresciano con l’inceneritore trascurando le migliaia di opere d’arte… Perfetto. Ma.. Perché la cittadinanza non deve beneficiare di un bene che le appartiene? Dopo la sciagurata fusione ASM AEM, un favore strano fatto da una municipalizzata che funzionava alla grande a una che andava male, i milioni di euro che arrivano nelle tasche del comune si sono ridotti. Dobbiamo sempre chiedere l’elemosina per mantenere la metropolitana, non possiamo permetterci una nuova indispensabile linea. Si dicono tante cose al riguardo ma sempre in privato, i media dormono e hanno una paura folle di andar contro i padroni della città… Ora, da più di un anno Brescia ha iniziato la raccolta differenziata, il cittadino deve fare il bravo, essere ecologico, e poi? Arriva l’indifferenziata da città che non differenziano… e noi gliela bruciamo perchè l’impianto per funzionare e scaldarci ha bisogno di quel pattume?

Ma allora perchè fare la differenziata in città?

Questa è l’illogica logica dei padroni del vapore locale, sperando che ciò che esce dal megacamino sia davvero vapore.

acqua

Articolo postdatato.

E niente, qui da noi domenica c’è un referendum per esprimere cosa pensiamo sulla gestione dell’acqua. Volete che sia distribuita da un ente pubblico al 100% o che possano subentrare quote di privati? Risposta: Non può fregarmene di meno. Infatti per principio non voto ai referendum, a maggior ragione a quelli consultivi che per il 90% restano inascoltati, infatti mi sembra che si fosse già votato su questo argomento. “L’acqua è un bene pubblico, è di tutti”. Certo, ma vai alla fonte a prendertela con la brocca o ti arriva in casa? Quindi è giusto pagare un tot, non mi interessa che i tubi vengano aggiustati da un privato o dallo “Stato”, l’importante è che l’acqua arrivi e sia potabile. Ecco, allora se andassi a votare voterei NO. Visto che a casa mia l’acqua del rubinetto puzza, che quando piove puzza di più perché ci sono mille falle blu nei tubi e in caso di temporale il timore che si inquini con agenti esterni spinge il gestore pubblico a iniettare schifezze disinfettanti per pararsi il di dietro…

Avevo sospeso questo articolo perchè mi sembrava tempo perso, invece davvero qualcuno è andato a votare SI’, non ci posso credere!

Li rispetto, intendiamoci, ma mi devono spiegare dove si sono informati.

Caro Monsignore, mi illumini lei!

Eh no,  caro Monsignore, non ci siamo. Io questi li denuncio alla Suprema Corte dei Supremi Diritti Umani e Antisovranisti.

Mi dica lei, perchè se una donna si innamora di un lampadario questo suo profondo e luminoso sentimento deve essere sbeffeggiato e considerato una sindrome, cioè un insieme di sintomi, cioè una malattia?

Perchè ci si può sposare con cani e porci, e non sto offendendo nessuno, intendo proprio dire cani e porci, e non con un lampadario?

Che male mi ha fatto costei fidanzandosi con un bel gnoccolone e i suoi fantastici led?

Certo, deve stare attenta se non vuole procreare, ma le basterà spegnere l’interruttore prima dell’accoppiamento se vuole evitare che venga alla luce un bambino., anche se farlo al buio con un lampadario è un controsenso, e poi magari lui si offende.

Avrei però da eccepire sull’età del promesso sposo, in effetti l’innamorata di Leeds ha ben 57 anni meno del marito (che quindi non potrà mai diventare un leader politico francese) e sono oggettivamente tanti, però con un bel restyling e un bravo elettricista si possono fare miracoli.

Caro Monsignore, ne abbiamo viste di tutti i colori ma secondo me non proprio tutti tutti; per esempio mi aspetto che il novantunenne prima o poi non ce la farà più e sono sicuro che la sua amata amante si batterà coi radicali per staccare la spina al marito.

Cosa dice, pensa anche lei quello che penso io, cioè che la signorina in realtà stia mandando un messaggio subliminale al suo vecchio compagno di università Dario Lampa?

Si chiama oggettofilia ed è una sindrome che porta alcune persone a provare attrazione sessuale per uno specifico oggetto inanimato, fino ad arrivare ad amarlo anche sentimentalmente, come se fosse una persona. È la patologia sviluppata da Amanda Liberty, una 34enne di Leeds, in Inghilterra, che si è letteralmente fidanzata con un lampadario antico, realizzato in Germania 91 anni fa: la donna ha raccontato di aver avuto un vero e proprio colpo di fulmine e di essersi innamorata di questo oggetto a prima vista, non appena lo ha trovato su eBay, dove lo ha acquistato.