Nel bosco.

Stasera sono entrato nel mio bosco, tra gli abeti e i cespugli di mirtilli, more e lamponi ho ripreso un discorso che ogni volta che lo interrompo resta sospeso e ogni volta che lo riprendo mi sembra di non averlo interrotto mai. Per questo mi bastano dieci minuti di quell’aria per possederla e viverla, uscire dal tempo e cogliere una dimensione statica, senza età, come una fotografia che era ed è la stessa oggi come trent’anni fa. Allora ci passavo le ore, oggi basta poco per avere lo stesso effetto sull’anima e sull’animo. È una pulizia della mente, un inno al Creatore, un’immersione spirituale che mi fa cogliere perfettamente che la natura è stata creata in funzione dell’uomo. Rispettarla non significa rispettare la natura, non avrebbe senso, ma rispettare l’uomo. L’altro giorno c’erano dei funghi bellissimi, non commestibili ma belli e misteriosi. Perchè alcuni la mattina non c’erano e dopo qualche ora sembravano lì da sempre. Poi qualcuno li ha rotti. Non ha rovinato Gaia o chi per essa ma un ordine che in quanto tale è bellezza, bellezza che però solo l’essere umano può contemplare. Chi abbandona gli animali in autostrada è senza cuore, a me stanno sui coglioni quelli che rompono i funghi. Il finale è poco romantico, mi sembrava di stare esagerando.

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